La Beccùta
Un dolce antico. Un dolce contadino. Un dolce povero. Un dolce del riciclo.
La Beccùta rappresenta, nella nostra memoria, calore familiare, unione, continuità, sicurezza. E’ qualcosa di fortemente radicato all’identità dei luoghi, sconosciuta già a una manciata di chilometri di distanza dalla campagna di Santa Maria Nuova. E, nell’epoca della globalizzazione selvaggia, questo le conferisce un valore inestimabile. La Beccùta come poesia, come inno alla conservazione delle peculiarità e delle unicità.
Ingredienti (per una comune placca da forno quadrata):
1,5 kg di polenta avanzata non condita
300 g di farina di frumento
200 g di uvetta
100 g di zucchero
2-3 mele
5 cucchiai di olio di oliva
Procedimento:
unire alla polenta la farina e lo zucchero e impastare con un cucchiaio di legno; aggiungere l’uvetta precedentemente ammollata e ben strizzata, le mele sbucciate e tagliate a tocchetti, l’olio. Mescolare bene fino ad ottenere un composto umido e appiccicoso senza grumi di farina. Oliare la placca da forno o rivestirla di carta forno (che comunque va unta d’olio, perché mele ed uvetta tendono ad attaccarsi al fondo) e versarvi l’impasto. Stendere con le mani, con l’aiuto di un cucchiaio (la Beccùta dovrebbe essere spessa circa un dito) e cospargere la superficie di zucchero. Infornare a 200 ° (forno preriscaldato) per almeno 45 minuti, ma potrebbe volerci anche un’oretta. Decidete voi quanta crosticina vi piace!